Il settore del mobile post-Covid: le previsioni fino al 2023
(Nell’immagine in evidenza, un seminario CSIL degli anni scorsi)
Nonostante l’insolita situazione, CSIL Milano, come di consueto, ha diffuso le previsioni economiche per il prossimo biennio. Com’era prevedibile, le misure per contrastare la diffusione del Covid-19 hanno causato una profonda recessione globale che non ha precedenti storici per ampiezza e diffusione, e in cui gli scenari di ripresa sono molto incerti.
A fine 2020, si prevede una riduzione in termini reali del PIL mondiale del 4,4%, con andamenti eterogenei tra i vari Paesi: i mercati emergenti dovrebbero avere risultati migliori rispetto ai Paesi avanzati. Tra le economie sviluppate si stima che, in generale, l’effetto complessivo della pandemia negli Stati Uniti sia stato minore che in Europa, nonostante il notevole numero di contagi. Lo stimolo fiscale e monetario (superiore a quello attivato durante la crisi del 2008) ha sostenuto fortemente la domanda, che ha visto anche una nuova e diversa composizione della spesa delle famiglie, che è passata da intrattenimento, turismo e trasporti, ad altri settori quali i prodotti tecnologici e le spese per la casa.
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In Europa, la pandemia ha avuto impatti economici differenti nei diversi Paesi, e anche le prospettive di ripresa variano notevolmente a seconda del grado di diffusione del virus, del rigore delle misure di mitigazione adottate per contenerlo, della composizione settoriale delle economie nazionali e dell’intensità delle risposte politiche nazionali. La Cina, grazie alla crescita dell’industria, sarà l’unica tra le grandi economie a chiudere l’anno con il segno positivo, seppure a un tasso inferiore rispetto alle attese pre-Covid. All’estremo opposto, le prospettive economiche sono peggiorate notevolmente in India, e in molti altri mercati emergenti, dove le prospettive continuano a rimanere precarie. Per il commercio mondiale di manufatti, che già aveva dato segnali di rallentamento nel 2019 a causa delle tensioni commerciali, si prospetta una chiusura d’anno con una flessione di oltre l’8%.
Lo scenario globale mostra un rimbalzo nel 2021, e la crescita dovrebbe proseguire anche nel biennio successivo. Una crescita generalizzata a tutte le principali economie, dagli Usa alla Cina, ai Paesi dell’Unione Europea, ma con una situazione ancora estremamente fluida. La pandemia potrà anche rivelarsi un acceleratore di processi di delocalizzazione di ritorno, contribuendo ad accrescere progressivamente il ruolo del mercato interno nei vari Paesi e nelle macro-aree di prossimità. Permangono tuttora diversi fattori di rischio, non solo strettamente legati all’evoluzione della pandemia e ai progressi nei vaccini e nelle cure ma anche alla resilienza dei sistemi economici e a ulteriori fattori di incertezza geo-economica (per esempio, la Brexit, le tensioni USA-Cina…).
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La situazione economica in Italia
I dati di contabilità nazionale, in Italia, confermano che il PIL reale è sceso del 10% circa, nel 2020. La spesa delle famiglie è prevista in flessione di oltre il 10% nel 2020, come gli investimenti in macchinari e attrezzature, o il settore delle costruzioni.
Nel 2021, un sostanziale effetto di rimbalzo potrebbe sostenere la crescita dell’attività economica prevista al 4%, sebbene sia stata indebolita dalla recente riacutizzazione della pandemia e dall’irrigidimento delle misure di contenimento. I consumi sono in ripresa, ma non sono sufficienti a riportare la spesa delle famiglie ai livelli pre-Covid, a causa del deterioramento dei redditi e della ricchezza, dell’atteggiamento cauto dei consumatori, e della loro propensione al risparmio. Con questa situazione diffusa, il principale volano di ripresa sarà rappresentato dagli investimenti, favoriti dall’arrivo dei fondi europei, focalizzati su transizione green, innovazione, digitalizzazione e automazione.
Il settore del mobile in Italia 2020/2023
Nel panorama dell’industria italiana, il settore del mobile non fa eccezione, e mostra gli effetti dirompenti delle misure di contenimento del Covid-19 sia dal lato della domanda, sia dal lato dell’offerta. Nel 2020, l’export ha registrato un calo vistoso, -18% in termini reali, in linea con la caduta del commercio mondiale. Purtroppo, anche la domanda interna si è contratta considerevolmente, con -23% in termini reali. Nei primi mesi del 2020, le famiglie hanno risentito della contrazione del reddito, causata dalle misure di contenimento della pandemia, e hanno incrementato il proprio tasso di risparmio.
La situazione nel 2020
L’annullamento/rinvio di molti matrimoni e il calo delle compravendite di case, nonostante la flessione dei tassi di interesse sui mutui, sono ulteriori elementi che hanno avuto un impatto negativo sull’acquisto di mobili. Nel primo semestre del 2020 si è registrato infatti un forte calo delle vendite, con una caduta del fatturato totale del settore e dei volumi. Nel terzo trimestre però, con la riapertura e la ripresa delle attività, i dati congiunturali hanno confermato un rimbalzo superiore alle attese. Tale rimbalzo è anche il frutto di un rinnovato interesse per la casa dovuto al lungo periodo di lockdown e alla necessità di integrare lo spazio abitativo con lo spazio di studio e di lavoro (smart working). Ciò ha rappresentato un elemento importante di spinta all’acquisto di mobili, ma oltre due mesi di inattività non possono essere compensati completamente dal buon andamento di un trimestre. A ciò vanno ad aggiungersi la seconda ondata dei contagi nell’autunno/inverno 2020 e le conseguenti nuove misure di limitazione alle attività, che hanno causato un nuovo peggioramento della fiducia di imprese e famiglie. Tali elementi disegnano un quadro che si fa più incerto e gettano ombre sulla solidità di ripresa dei principali sbocchi internazionali e del mercato interno. La produzione del settore è stimata quindi chiudere l’anno con una contrazione pari a poco più del -20% in termini reali.
Le previsioni per gli anni 2021-2023
Il 2021 sarà un anno carico di incertezze, in cui una domanda potenziale estera in crescita potrà sostenere nuovamente le esportazioni italiane (previste in crescita del 3% in termini reali), e anche il mercato interno riprenderà a crescere (+2.9% in termini reali), ma permarranno elementi di debolezza, collegati alla persistenza delle misure di contenimento della pandemia anche nella prima parte del 2021. La Legge di Bilancio per il 2021 prevede la conferma del Bonus mobili con le stesse modalità, e una spinta positiva proverrà anche dagli investimenti residenziali, oltre che dagli incentivi attivati nel 2020 con il Superbonus al 110%. Il valore della produzione in termini reali dovrebbe quindi aumentare del 3% a prezzi costanti. Si stima che i consumi di mobili si rafforzeranno nel corso del biennio successivo a un tasso medio annuo del 4.7%, trainati dalla ripresa degli interventi di riqualificazione edilizia e dalla maggior attenzione per l’ambiente domestico, diventato anche luogo di lavoro e di studio. Un buon uso dei fondi del Next Generation EU dovrebbe fornire un ulteriore forte impulso agli investimenti pubblici e privati. Il rimbalzo interesserà in modo differenziato i diversi prodotti che fanno riferimento all’aggregato del mobile. Allo stato attuale però, si ritiene che la ripresa del settore del mobile avverrà a ritmi insufficienti a consentire il recupero totale nel 2021-22 di quanto perso nel 2020, dato il deterioramento di redditi e ricchezza e l’atteggiamento prudente dei consumatori che si protrarrà nel medio periodo. Si ritiene probabile, dunque, che si debba attendere il 2023 per avvicinarsi ai livelli precedenti la pandemia.
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