Si è tenuta a Milano lo scorso 20 novembre la presentazione dei due Rapporti CSIL, World Furniture Outlook 2016 e Rapporto di Previsione sul Settore del Mobile in Italia, 2016-2018. Il seminario ha visto, come di consueto, la partecipazione di un panel di dieci relatori e di un pubblico rappresentativo del mondo delle imprese, delle associazioni di categoria, di istituzioni pubbliche e private, di operatori del sistema mobile-arredamento, economisti e stampa specializzata.
Il quadro macro-economico per il triennio 2016-2018
Stefania Tomasini, di Prometeia, ha introdotto la situazione economica mondiale per il prossimo triennio. Lo scenario internazionale ipotizzato, prevede che l’economia mondiale continuerà a crescere, ma in modo moderato e disomogeneo. Nel 2015 il prodotto interno lordo mondiale crescerà del 2,8%, registrando un nuovo rallentamento del tasso di crescita, dovuto a un andamento meno vivace delle economie emergenti. Mentre gli USA cresceranno del 2,5% e i Paesi dell’area euro consolideranno la ripresa, i Paesi emergenti saranno interessati da un rallentamento, quindi sosterranno in misura minore il commercio internazionale.
Il rallentamento interesserà principalmente le economie emergenti di Cina, di alcuni Paesi asiatici, dell’America Latina (soprattutto Brasile), e della Russia, e avrà effetti rilevanti sul commercio internazionale di beni, che crescerà solo dell’1,5% nel 2015 e del 2,3% nel 2016 in termini reali. La debolezza dell’euro sta sostenendo nuovamente le esportazioni dei Paesi europei e la dinamica della domanda interna è tale da compensare, almeno nel 2015, gli effetti negativi dovuti al rallentamento degli scambi internazionali. Nel 2016, oltre al deterioramento della domanda estera, la Germania vedrà palesarsi gli effetti della vicenda Volkswagen sull’economia interna.
Pur non essendo previsti rialzi dei prezzi internazionali delle materie prime industriali prima del 2017, rimangono elevati fattori di rischio, legati alla volatilità dei mercati finanziari e valutari, alla frenata dell’economia cinese e alle tensioni geopolitiche ancora in atto.
Il mercato mondiale del mobile
Nel 2015, il consumo mondiale di mobili valutato a prezzi di produzione (escluso cioè il markup per la distribuzione) è di circa 455 miliardi di dollari US; il grado di apertura dei mercati (cioè il rapporto fra importazioni e consumi) è attualmente dell’ordine del 28%.
A causa di una frenata generale dell’economia mondiale, per il 2015 si prevede un aumento del commercio di mobili dell’1,8% sui valori reali; un anno fa, questo valore era il 4%, a livello mondiale. Quindi, il rallentamento del commercio mondiale, è ormai tangibile. In realtà, nel settore del mobile, c’è ancora un aumento, se calcolato in euro; tuttavia, con la conversione in dollari, la situazione è di un calo del -3%. In generale, comunque, per i prossimi anni, si prevede che il commercio internazionale di mobili sarà in crescita, anche se a livelli inferiori rispetto agli anni passati.
È interessante vedere come siano distribuite importazioni ed esportazioni nelle diverse aree del mondo. In Europa, per esempio, il 70% degli scambi avviene all’interno dell’area; non è così nell’area NAFTA (North America Free Trade Agreement, che comprende USA, Canada e Messico), dove invece solo il 28% della produzione resta all’interno dell’area. Questo perché pur non essendo gli USA esportatori di mobili, sono tra i primi importatori, quindi dipendono fortemente dall’area asiatica, per gli scambi.
Nell’area AFTA (Asean Free Trade Agreement, che comprende i 9 Paesi dell’Asean), il 41% degli scambi rimane all’interno dell’area, e il 59% viene esportato, verso l’Europa e verso l’America.
La Cina è il principale esportatore di mobili al mondo (con una quota di 53 miliardi di dollari nel 2015), anche se negli ultimi due anni c’è un evidente rallentamento dell’export cinese. Il rallentamento però riguarda principalmente gli scambi con i Paesi circostanti, mentre verso gli Stati Uniti le esportazioni dalla Cina sono in buona salute. Il secondo, terzo e quarto esportatori del mondo sono, come sempre, Germania, Italia e Polonia, con quote in aumento se calcolate in euro, in leggero calo se calcolate in dollari (il deprezzamento dell’euro sul dollaro è del 17% circa). Da rilevare che, considerato 100 il totale delle esportazioni, i Paesi europei stanno comunque perdendo leggermente quote, nel panorama mondiale dell’export di mobili). Nel 2015, al 5° posto nella graduatoria mondiale dei Paesi esportatori di mobili è arrivato il Vietnam.
I Paesi esportatori e importatori non si sovrappongono, a parte la Germania, che è sia un grande esportatore sia un grande importatore; gli Stati Uniti sono il primo importatore al mondo, e detengono il 25% delle importazioni mondiali di mobili, con il 2015 che vede un tasso deciso di aumento delle importazioni verso gli Stati Uniti.
Germania, Francia e UK hanno presentato un incremento delle importazioni in euro, ma un decremento in dollari, perché condizionate da dinamiche di rallentamento delle loro economie interne.
Per il 2016, si prevede che il commercio internazionale di mobili aumenterà del 3% circa, una crescita più contenuta quindi, rispetto agli anni precedenti. Il calo è dovuto principalmente al rallentamento dei tassi di crescita dei Paesi asiatici, che vedono un’espansione del 4%, che è comunque un tasso interessante, ma decisamente più ridotto, rispetto a quello a cui eravamo abituati. Il Sud-America sta soffrendo per la crisi del mercato brasiliano, che sarà pressoché stabile, i mercati russi e di area russa sono in decisa sofferenza; per il 2016 si prevede invece una crescita sostenuta del mercato nordamericano, intorno al 3%; anche i Paesi del Medio-Oriente dovrebbero continuare a essere stabili, e l’Asia Pacifico in generale, ma le previsioni vanno considerate con cautela, data l’incertezza delle prospettive per la Cina.
La situazione in Italia
I dati del terzo trimestre per il PIL italiano hanno confermato la continuità della crescita nel corso dell’anno e la variazione prevista per il 2015 è dello 0,8%: l’Italia non è più in flessione. La fiducia delle famiglie è migliorata, le intenzioni di acquisto di beni durevoli anche; le compravendite immobiliari sono previste in aumento del 6,7% per il 2015, e del 5,8% per il 2016. Le ristrutturazioni sono in crescita, e questo dovrebbe aumentare la platea degli aventi diritto al Bonus mobili: ci si aspetta dunque che aumenteranno gli acquisti di mobili, anche per l’aggiunta del bonus coppie giovani, e per l’innalzamento del tetto di spesa da 8.000 a 16.000 euro. Altri dati positivi sono una ripresa dei mutui, che hanno visto un deciso aumento, sia grazie ai tassi bassi sia grazie alle stabilizzazioni lavorative. Inoltre, scendono le attese sulla disoccupazione, sulla cassa integrazione, e il tasso di occupazione è in aumento, e continuerà ad aumentare. Il contributo della domanda interna è tornato positivo, con i consumi delle famiglie che a fine 2015 registreranno un +0,7% in termini reali e con gli investimenti che daranno finalmente un contributo positivo alla crescita, nonostante un andamento oscillante tipico delle fasi di inizio della ripresa.
Per il settore del mobile, nel 2015 si prevede un aumento di +0,3% a tassi costanti, per il 2016/17 e 2018 si prevede un aumento superiore all’1% in termini reali. Ovviamente questo aumento andrà a beneficio anche delle importazioni, che sul mercato italiano rappresentano il 22%, di cui il 25% provengono dalla Cina, e il 65% da altri Paesi europei. Come si vede, la maggioranza degli scambi è nell’area intra-europea.
Le vendite italiane sui mercati esteri confermano le tendenze positive, con tassi quasi doppi rispetto al 2014; le principali destinazioni di export sono quasi invariate, con la Francia al primo posto, seguita da Germania e Regno Unito. Al quarto posto come destinazione di export ci sono gli Stati Uniti, con un tasso di crescita del 15% nel 2014, e che è stato quasi raddoppiato nei primi mesi del 2015, con un aumento delle esportazioni verso gli USA del 26%. Le vendite in Russia continuano a diminuire, mentre aumentano le vendite verso al Cina, i Paesi arabi e l’Arabia Saudita.
I mercati intra-UE sono ancora al 55%, ma rispetto al 2009, quando erano al 61%, si vede che la percentuale si sta gradualmente scendendo. Si prevede quindi che l’export continuerà a crescere a un tasso del 4% all’anno, espandendosi anche ad aree oggi ancora non contemplate, anche se l’effetto del deprezzamento dell’euro non sarà più così evidente.
A seguire questi dati positivi sulla vendita, si prevede quindi un aumento del tasso della produzione dell’1,8% nel 2015, e poi superiore al 2% nel biennio successivo. Nei primi mesi del 2015 il tasso di utilizzo degli impianti è tornato intorno al 75%, raggiungendo un livello quasi pari agli anni pre-crisi, e oggi, grazie agli investimenti effettuati anche durante gli anni della crisi, le aziende guardano al futuro con una rinnovata fiducia.
Per info sul rapporto completo: Csilmilano.it