Ottimo risultato per Imm Cologne e LivingKitchen 2019: anche quest’anno, ha visto un totale di 150 mila visitatori, con il 52% di operatori provenienti dall’estero, che evidenzia un’internazionalità sempre più spiccata; oltre la metà dei visitatori specializzati è giunta da 145 diversi Paesi, con una buona quota di arrivi da oltreoceano. In particolare il numero di visitatori in arrivo da oltreoceano ha evidenziato un andamento positivo, ma hanno fatto registrare un incremento anche i visitatori giunti dagli altri Paesi europei.
Incrementi significativi hanno registrato i visitatori provenienti da Cina (+23%), Nord America e Canada (+15%) e Sud America, con un +29%. In Europa invece sono stati in aumento gli operatori da Grecia (+31%), Irlanda (+30%) e Portogallo (+31%), ma anche la Spagna ha ottenuto un lieve miglioramento del +4%. L’andamento dei visitatori dall’Est Europa ha visto un bel +13%. E persino i Paesi che costituiscono lo “zoccolo duro” dell’export tedesco, con numeri già molto alti, hanno visto un leggero aumento, con il Belgio a 5%, i Paesi Bassi a 3%, e la Francia a +2%.
L’industria tedesca dell’arredamento nel 2019
Imm Cologne, come sempre, è il momento per fare il punto sulla situazione dell’industria del mobile in Germania. Sappiamo già dal Seminario di previsione CSIL che la Germania è ben salda come secondo esportatore in assoluto tra i produttori mondiali di mobili. Tuttavia, il mercato interno debole e e una situazione geo-politica in evoluzione lasciano ancora alcune incertezze, nonostante l’ultima parte del 2018 abbia visto un aumento della produzione.
Alla fine del 2018, il numero di aziende del mobile tedesche con più di 50 dipendenti è di 481, in calo del 2,4% rispetto al 2017, con i dipendenti in aumento dello 0,7%, che hanno raggiunto le 84.500 unità. Il mercato interno, nei primi 10 mesi ha mostrato segni di debolezza, ma poi nell’ultimo trimestre c’è stata una ripresa, e il 2018 si è chiuso con un aumento di fatturato dell’1%, a circa 18 miliardi di euro.
Secondo Jan Kurth, amministratore delegato della Verbandes der Deutschen Möbelindustrie (Associazione tedesca dei produttori di mobili), i consumatori tedeschi preferiscono investire i loro soldi in viaggi, roulotte e biciclette elettriche, beni e servizi più popolari, rispetto all’arredamento. Inoltre, molti negozi puntano troppo sugli sconti, svilendo così il “prodotto mobile”. Bisogna migliorare l’esperienza di shopping per invogliare il pubblico a comprare arredamento, visto che, secondo un’indagine statistica, sono quasi 19 milioni i tedeschi che vorrebbero migliorare le loro case, conclude Kurth.
L’export tedesco è in aumento del 2,8% nei primi 10 mesi del 2018. L’export sul totale della produzione nel 2018 è stato superiore al 32%, un tasso piuttosto elevato che soddisfa i produttori tedeschi. Le principali destinazioni per l’export tedesco sono la Francia – il mercato più importante, in aumento del 6,1% – l’Olanda, il Belgio, la Polonia, la Repubblica Ceca, la Spagna e l’Italia, tutti Paesi in cui l’export va bene. La principale preoccupazione per i produttori tedeschi ovviamente è costituita dalla Brexit, dato che la Gran Bretagna è il quinto Paese di destinazione dell’export dalla Germania. I primi 10 mesi del 2018 hanno visto le esportazioni verso il Regno Unito calare del 6%, e una stima di un’eventuale “Brexit no deal” potrebbe causare un ulteriore calo, fino al 25%. Cosa che ovviamente si spera che non succeda.
I mercati extra-europei vanno molto bene. L’export verso la Cina ha visto un aumento del 21,8%, rispetto al 2017; anche le esportazioni verso gli Stati Uniti sono cresciute del 4,2%, nonostante la politica commerciale sempre più protezionistica degli Stati Uniti. La Russia ha visto un aumento per il secondo anno consecutivo dopo un lungo periodo di debolezza; infine segnali positivi per l’export dei mobili tedeschi arrivano anche da Giappone, Canada e India.
Per quanto riguarda l’import verso la Germania, l’andamento è stato leggermente negativo nei primi dieci mesi, con un lieve calo dello 0,3 per cento, per un volume totale di 10,6 miliardi di euro. Tuttavia, l’import da alcuni Paesi è aumentato, mentre per altri è diminuito. Con il 26,3 per cento, arrivando a poco meno di 2,8 miliardi di euro, più di un quarto di tutti i mobili importati proviene dalla Polonia, mentre i mobili importati dalla Cina sono leggermente diminuiti, del 2,3%, a 1,6 miliardi di euro. Hanno perso quote di mercato anche Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Austria, Slovacchia, Svizzera, Vietnam e Danimarca, mentre, oltre alla Polonia, ne hanno guadagnate Portogallo e Spagna.
Imm Cologne: la qualità nell’arredamento
imm cologne non è risultata vincente solo in termini quantitativi. Anche la qualità dei buyer si mantiene alta, con rivenditori specializzati appartenenti a catene che figurano nella top 30 mondiale e grandi catene internazionali, tra cui DFS, Heal´s, John Lewis, Hatfields, Kingfisher, dalla Gran Bretagna; Iddesign, JYSK, Svenska Hem, Indoor Group, Bromölla e Säng Jätten dai Paesi scandinavi, Alinea dalla Francia, El Corte Inglés dalla Spagna, Nitori dal Giappone e Boston Interiors dagli USA. Non sono mancati giganti del commercio online, come Amazon, Otto Group e Wayfair. Infine, il segmento Pure ha calamitato l’interesse di centri di arredamento con focus sul design da USA, Canada, Asia, Russia e Corea.
Das Haus, la casa ideale
Das Haus è un’area in cui designer e architetti sono liberi di progettare e di esprimere la loro creatività, adottando qualsiasi soluzione preferiscano per dare corpo a un’architettura che riassuma la loro versione della casa del futuro. Non è solo un progetto di interior design, è una rappresentazione dei mutamenti nelle abitudini quotidiane delle persone.
L’edizione 2019 di Das Haus era affidata ai designer Kate e Joel Booy, in arte Truly Truly, di origine australiana con base ad Amsterdam. “Living by Moods” – il nome della casa ideale di Truly Truly – disegnava un grande spazio suddiviso per funzioni, con pareti leggere e flessibili, per delimitare “moods”, più che stanze. Tutti gli arredi sono multifunzionali e intercambiabili, per ambienti che cambiano destinazione d’uso a seconda delle ore del giorno.