Bertolotto Porte è una realtà nata 25 anni fa in Piemonte, in provincia di Cuneo. Oggi può contare su impianti ad alta tecnologia con una superficie di 50 mila mq, con una capacità produttiva annuale di 250 mila porte, che equivalgono a 1.000 porte al giorno. Il catalogo, che copre tutte le fasce di mercato, dai progetti su disegno alla fascia alta, al design, fino a prodotti di costo più contenuto, comprende 16 collezioni, per oltre 38.000 modelli, con 35 essenze e 78 colori di serie. Ogni prodotto supera 23 test, prima di essere approvato e certificato, e l’azienda è certificata ISO 9001 (Qualità delle fasi di produzione) e ISO 14001 (Controllo dell’impatto ambientale). Inoltre, le Porte REI 30 e REI 60 hanno certificazioni europee per il mercato alberghiero.
Nel 2008, Bertolotto ha creato il marchio BIhome, una collezione di prodotti di design, realizzati in collaborazione con designer internazionali, con materiali ed estetica rigorosi e lineari, e un gusto decisamente contemporaneo e metropolitano.
Abbiamo parlato con Claudio Bertolotto, della seconda generazione dell’azienda di famiglia, della situazione attuale del mercato delle porte, e dei progetti per il futuro.Qual è, in generale, la situazione del mercato delle porte, e, in particolare, come sta andando Bertolotto Porte?La situazione del mercato delle porte, come tutto ciò che è correlato alle costruzioni e all’arredamento, è in forte flessione: la realizzazione di nuove costruzioni è sostanzialmente ferma, il mercato dei distributori è in calo, il risultato non può essere positivo. Per fortuna, lavoriamo molto con le ristrutturazioni. Ma soprattutto, da qualche tempo stiamo modificando il nostro approccio al mercato, investendo sui negozi di arredamento e sull’estero. E questo sta già portando buoni risultati.
In generale, noi siamo in crescita, e questo è dovuto sia al fatto che stiamo affacciandoci ora su nuovi mercati, sia al lancio della nuova collezione di design del marchio BIhome.
La nuova collezione BIhome è una collezione di design che punta a una fascia di mercato più selettiva, con modelli caratterizzati da un rigore formale e diverse funzionalità – pareti vetrate, ante scorrevoli – e dall’uso di materiali più contemporanei e metropolitani, quali basi in alluminio, o alluminio e legno, pannelli in vetro. In definitiva, una collezione che accosta la funzione della porta e del pannello divisorio al progetto di arredo.
Per questa collezione, abbiamo cominciato a lavorare anche con canali distributivi differenti, appoggiandoci ad agenzie di vendita che collaborano con negozi e showroom di arredamento.
Sul fronte dell’estero, quali nuovi mercati state affrontando?
In generale, i mercati esteri per le porte sono tutti interessanti: la cultura dell’arredo, porta inclusa, che c’è in Italia, non è davvero così diffusa all’estero. Certo, ci sono mercati più ricettivi, e mercati che lo sono meno.
In questo momento, stiamo attivando nuovi contatti interessanti con gli Stati Uniti, e lavoriamo con la Russia, anche attraverso i negozi con cui collaboriamo. Ma siamo attivi anche in Centro e Sud-America, anche se, in alcuni Paesi come la Colombia, scontiamo la concorrenza cinese a basso costo.
Inoltre, abbiamo anche contatti che si stanno rivelando molto proficui in medio Oriente, in Kazakistan e Azerbaigian.
Quali sono i canali utilizzati principalmente per attivare nuovi contatti?
La partecipazione alle fiere è senz’altro il canale principe, e anche il più utile. Quest’anno abbiamo affrontato per la prima volta il Salone del Mobile di Milano, che si è rivelato molto interessante; in generale, abbiamo partecipato a Batimat, a iSaloni Worldwide a Mosca – dove torneremo quest’anno – a Jeddah, in Qatar, a Dubai, in Kazakistan.
E poi naturalmente partecipiamo a Made. In tutte queste fiere, il prodotto italiano riscuote molto successo.Parlando di prodotto italiano, quali sono gli stili più apprezzati, all’estero? E in Italia?
>Dipende dalle zone e dalla fascia di prodotto richiesta. In generale, lo stile cosiddetto “di design”, più minimale e rigoroso comincia ad essere molto apprezzato, ma non mancano richieste per prodotti barocchi, anche con decorazioni molto ricche, foglia d’oro, dipende molto davvero dalla zona e dalla fascia in cui si opera.
Anche in Italia, dipende dalle aree geografiche. Nelle aree più urbanizzate, il design essenziale la fa da padrone, mentre nelle zone rurali lo stile classico piace ancora molto.
I materiali prediletti conseguono dalle scelte stilistiche: nello stile classico, domina il legno, mentre nel design contemporaneo vetro e laccato opaco sono le finiture più richieste.Che progetti avete il futuro?
Entro la fine di quest’anno, usciremo con nuove collezioni, per cui stiamo collaborando con designer di fama internazionale.
Stiamo lavorando anche al rafforzamento del nostro brand, attraverso una politica distributiva di corner all’interno di showroom che trattano ceramica, serramenti, e, in tempi più recenti, anche arredamento.
Non bisogna fermarsi mai, inventare sempre cose nuove. C’è ancora molto da fare, e proprio in un momento di crisi come questo, bisogna guardare avanti ed essere ottimisti.