Contemporaneamente al Salone del Mobile, si è tenuto quest’anno il SaloneUfficio, 27esima edizione della biennale dedicata all’Ambiente del Lavoro.
Collocato nei padiglioni 22 e 24, su 11.750 mq di superficie, il SaloneUfficio ha visto la partecipazione di 106 espositori, un numero importante, che conferma la Biennale milanese del Lavoro come vetrina incontrastata dell’arredo per ufficio. In quest’edizione 2013, il SaloneUfficio ha allargato le categorie merecologiche, aprendo a isolamento acustico, pavimentazioni e rivestimenti; sistemi di illuminazione e complementi d’arredo per ufficio; tecnologie audio/video e comunicazione.
Fulcro dell’esposizione di quest’anno, il progetto “Ufficio da abitare”, sviluppato da Jean Nouvel, su un’area di 1.200 m2 all’interno del padiglione 24.
L’architetto francese, Premio Pritzker 2008, ha spiegato così la sua visione dello spazio di lavoro.
“È la ‘nozione del piacere di vivere’ che vorrei infondere in ‘Progetto: ufficio da abitare’: lavorare è anche vivere e spesso si passa più tempo in ufficio che non a casa propria.
Dal momento in cui ci si libera da tutti i sistemi clonati e alienanti, si nota che sono molte le soluzioni possibili; è necessario cambiare i comportamenti, progettare e pensare il lavoro in modo alternativo: un ufficio, dovunque si trovi, deve essere uno spazio a sé stante, identificabile, trasformabile, carico di umanità, pieno di storia e di oggetti, un luogo semplicemente piacevole”. È nato così una sorta di piccolo quartiere, una piccola città – “l’ufficio da abitare” – in cui sono stati proposti scenari lavorativi unici e singolari.
Al centro di SaloneUfficio un monolite, tanto misterioso quanto invitante, con i suoi quattro video-ritratti in cui altrettanti “saggi” – la stilista Agnès B, il fotografo Elliot Erwitt, l’artista Michelangelo Pistoletto e lo scrittore e regista Alain Fleischer – esprimevano i loro interrogativi e punti di vista sul mondo del lavoro.
Intorno al monolite, con un percorso libero, cinque situazioni di lavoro inedite, che spaziavano dall’appartamento di centro città all’home office, allo spazio industriale reintepretato, all’open space, fino alla configurazione casuale dell’arredamento, hanno messo in evidenza come il modo di lavorare di oggi sia già superato.
Ufficio, Salone e dintorni: il punto di vista di Tecno
Abbiamo approfittato dell’occasione del SaloneUfficio per parlare dell’evoluzione del pianeta ufficio con un’azienda che è stata una protagonista assoluta della storia dell’arredamento di design in Italia: Tecno.
Oltre cinquant’anni di esperienza, riconoscimenti importanti come la presenza nelle collezioni dei più importanti musei internazionali, la vittoria di premi storici e attuali e la collaborazione con i progettisti più noti del panorama dell’architettura contemporanea. Nel settore dei mobili per ufficio e dell’arredo per interni, Tecno ha indubbiamente lasciato il segno.
Giuliano Mosconi, attuale presidente e amministratore delegato, ci ha parlato del futuro dell’azienda.
I prodotti presentati a Milano rientrano con continuità nelle linee delle vostre collezioni o costituiscono l’inizio di nuovi percorsi?
In questo momento, stiamo seguendo un percorso leggermente diverso, perché abbiamo notato nel mondo dell’ufficio operativo attuale una tendenza alla commodity in cui i prodotti, in qualche misura, si assomigliano, e la differenza tra l’uno e l’altro è più che altro legata al prezzo. Tecno sta cercando di allontanarsi da questa tendenza, sicuramente favorita dalla sua storia e dalla tipologia dei prodotti di cui si occupa, e di fronte alla difficoltà di competere in un paesaggio di sistemi operativi tutti uguali decide di orientarsi verso una netta differenziazione delle linee, accompagnata da un forte cambiamento.
Al Salone del Mobile di Milano abbiamo presentato un nuovo programma direzionale, e un sistema di sedute disegnato da Monica Förster, che punta a valorizzare gli spazi condivisi.
E poi il Beta free standing, che affianca al backbone in plastica Beta unopuntozero, la versione in metallo Beta duepuntozero, basata su una sempre maggiore richiesta di libertà: nella personalizzazione dell’arredo, nella scelta del materiale, nell’uso del sistema da parte degli utenti in ambienti di lavoro intensivi che richiedono mobili più robusti e che rispettano le logiche della riciclabilità, ampliando ancora di più le possibilità di configurazione e di fruibilità del sistema.
Nella nostra sede presso i caselli di Piazza XXV aprile, l’allestimento ideato da Rodolfo Dordoni, rappresentava l’ufficio di direzione ideale per diverse tipologie di personaggi: dal presidente di una società creativa allo stesso manager ma nel settore della moda, a una personalità politica di massimo livello.
Jean Nouvel, che al Salone ha presentato “Progetto: ufficio da abitare”, dichiara che il piacere del vivere in un ambiente di lavoro, la ricerca di nuovi materiali e di nuove tecnologie per realizzare soluzioni confortevoli, efficienti e rispettose dell’uomo e dell’ambiente, sono alcuni dei più importanti parametri da seguire per il futuro. È d’accordo?
Siamo perfettamente in linea con questo pensiero, tanto è vero che uno degli ambienti del progetto di Nouvel è stato realizzato da noi che siamo stati molto presenti in tutte la fasi del progetto, sia nella parte museale che in quella dell’ufficio, o “nuovo ufficio” come lo definisce Jean Nouvel.
“Abitare gli uffici come si abita la propria casa” perché, sempre più, l’attività lavorativa si fa strada tra le pareti domestiche. Tecno come valuta questo fenomeno? Sarà di supporto, con i propri prodotti, a questo sviluppo del modello lavorativo?
Come si lavora a casa, come si vive sul luogo del lavoro, come si stanno modificando gli spazi complessivi dell’ufficio: Tecno è stata sempre a metà tra il mondo dell’ufficio e il mondo della casa, fin dalla sua fondazione. La natura dei suoi prodotti è stata sempre a cavallo tra questi due mondi e per questo ci sentiamo assolutamente a nostro agio su questo fronte. Il marchio, la storia, la tipologia di prodotti e la nostra offerta sono posizionati sul confine tra questi due ambienti.
Il mobile da ufficio Tecno che servirà la casa è diverso da quello super standardizzato offerto dal mercato odierno, tanto quanto, viceversa, tipologie di prodotti come i divani, le sedute e i divisori che arredano anche il luogo di lavoro, spesso sono realizzati con materiali per lo più utilizzati per prodotti pensati per la casa.
Tecno ha sicuramente valide risposte in questo senso.
Sostenibilità, un tema “caldo” nel mondo del design contemporaneo.
Credo che questo tema sia ormai trasversale in tutti i settori del design, ed è una sensibilità che si sta estendendo a tutti i mercati, con una particolare attenzione negli Stati Uniti e nei Paesi europei. Essere all’avanguardia anche in questo frangente è un elemento di differenziazione e di vantaggio competitivo.
Nel sistema operativo Beta la sostenibilità è uno dei plus su cui si basano sia il progetto sia la comunicazione.
Una fotografia della situazione del mondo dei prodotti per l’ufficio in Italia. Tecno, con la sua storia e la sua identità attuale, dove si potrebbe collocare?
Penso di non dire niente di nuovo affermando che la situazione è complicata, sia nei mercati internazionali che, soprattutto, in Italia, dove la competizione e la domanda sono in fortissimo rallentamento. Ho l’impressione che il 2013 sarà un anno addirittura più complicato di quello appena passato.
Tecno, come azienda, ha la fortuna di essere totalmente coinvolta nel mondo del sistema operativo e, lavorando in una logica di marchio, in qualche misura riesce a ottenere sia in Italia che in Europa risultati apprezzabili. Tenendo conto del fatto che, oggi, il peso del nostro business è per il 75% all’estero, si può dire che soffriamo di una contrazione meno ingente e il 2012 per noi, pur con tutte le difficoltà, si è chiuso con una crescita di circa il 30% rispetto al 2011.
Certo si potrebbe fare di più, soprattutto alla luce di una rinnovata presenza dell’azienda nei mercati in crescita come quelli di Asia, Medio Oriente e Americhe, che ci permettono di guardare con maggior serenità a ciò che accadrà nel prossimo futuro.
Quali sono le problematiche più urgenti su cui intervenire nel 2013?
Quando ci sono situazioni di grande disparità tra domanda e offerta bisogna essere ben saldi sui fronti che riguardano la qualità, le normative, le certificazioni dei prodotti e, contemporaneamente, cercare di comprendere a fondo, anticipandoli, i nuovi modelli di business. La situazione di sofferenza, in Italia, è causata anche dalla mancanza di un’approfondita comprensione delle linee di cambiamento in atto. Ultima ma non da ultima, l’analisi geografica della crescita che porta importanti informazioni su dove si andranno a collocare i nuovi luoghi del lavoro, cioè dove ci saranno le crescite per il futuro. Queste aree si chiamano Medio Oriente e Asia e sono le frontiere dei nuovi mercati, in cui è necessario tornare ad avere una competitività che riguarda fattori come la qualità e la presenza, che permettono di acquisire posizioni favorevoli.
Tecno, in questo momento sta investendo su questi mercati a livello locale: abbiamo riaperto showroom importanti a Singapore, a Hong Kong, a Seul, a Tokio e da aprile anche a Pechino, azioni che richiedono forti investimenti a livello di distribuzione, di notorietà e di identità.