Il Salone del Mobile di Milano, più affollato che mai – l’edizione di aprile 2016 ha registrato oltre 372.000 visitatori – ha confermato di essere la risorsa più importante a cui attingere nel mondo, quando si parla di trend nel design dell’arredamento.
Tra i padiglioni di Rho-Fieramilano e gli eventi FuoriSalone, si contavano oltre 3.000 espositori, tra aziende del settore del mobile, arredobagno, arredi per cucina, elettrodomestici, designer e grandi brand consumer. Una quantità di location ed eventi ormai di difficile gestione, che richiederebbe ben più di una settimana per vedere tutto.
E ancora più difficile è capire, in quest’abbondanza di prodotti, specifici del settore ma non solo, quali siano i trend emergenti.
Abbiamo provato a identificarne alcuni, delimitando l’area di competenza all’arredamento, e più nello specifico all’arredo per la casa, puntando l’attenzione su materiali e finiture.
Luxury and design
Una tendenza ormai consolidata e in ascesa è l’arredamento “luxury”. Nel mondo, l’arredamento luxury, che per convenzione include anche il segmento “high-end design”, conta per circa il 3% del totale del mercato dei beni di lusso; parliamo dunque di 32 miliardi di euro, che valgono circa il 7,5% del consumo totale di arredamento nel mondo.
Il Salone del Mobile di Milano, riconoscendo che si tratta di un trend consolidato e in ascesa, ha istituito per la prima volta un’area interamente dedicata a questo segmento di mercato, il padiglione 3, dal nome evocativo, xLux.
Tuttavia, non è facile tracciare una linea di demarcazione così netta tra ciò che è “luxury” e ciò che invece è “high-end design”. Al contrario, una quota consistente di aziende italiane individuabili nell’area “design”, colloca la propria produzione nelle fasce più alte mercato, mentre aziende attive nel segmento “luxury” hanno cominciato a lavorare con designer di fama, così da rendere i confini sempre più sfilacciati.
Si può tentare di stabilire che ci sia una certa differenza tra aziende con un secolo di storia e impianti produttivi propri, che hanno creato il proprio brand lavorando su un’immagine sostenuta dalla fattura artigianale che ancora ne caratterizza la produzione, e i brand della moda che hanno creato una linea di arredamento puntando principalmente sulla fama del marchio fashion. Si tratta di una distinzione da addetti ai lavori, che però, di recente, soprattutto in Cina, comincia ad essere un buon veicolo di marketing. Negli ultimi tempi, infatti, sono proprio le produzioni quasi artigianali, su piccola scala, quelle che incontrano più successo nei nuovi mercati.
Ma i confini sono davvero labili, e così i trend che emergono sono sempre più mescolati. Il metallo, per esempio, sia come materiale puro sia come finitura, è molto presente nelle collezioni presentate al Salone 2016.
Ottone, oro, oro anticato, bronzo, bronzo spazzolato dominavano sia nelle aziende del padiglione xLux, sia come finiture anche in prodotti di aziende più conosciute per il loro minimalismo, o per la loro ricerca sul design. Oasis, con l’art direction di Massimiliano Raggi, e Promemoria, nata dall’amore per il dettaglio di Romeo Sozzi, hanno puntato su legni pregiati e metalli come oro, oro anticato, bronzo per arredi che somigliano sempre più a sculture, dai dettagli ricercati. Metalli bronzati e velluto blu di Prussia anche per la collezione Fendi Casa, che impiega anche acciaio e pelle per i pezzi disegnati da Toan Nguyen per Fendi Contemporary collection.
Contemporary luxury
La novità del Salone del Mobile 2016 risiede però nella nuova tendenza nell’uso di metallo prezioso nelle collezioni delle aziende che si collocano nel segmento contemporary design. MDF Italia ha impiegato una lastra di ottone con finitura spazzolata con una copertura acrilica trasparente che riveste interamente tutte le superfici, gambe incluse, per un tavolo disegnato da Piergiorgio Cazzaniga. Gambe e profili di ottone si trovano anche nelle sedie disegnate da Nika Zupanc per Sé collection, e una versione in ottone è stata prevista anche da Moroso, per la sedia disegnata da David Adjaye. Knoll International, una delle storiche aziende americane dell’arredo di design, che ha creato alcuni prodotti diventati pietre miliari nella storia del design, ha prodotto di recente versioni “luxury” di due autentiche icone: la Diamond Chair, disegnata da Harry Bertoia, e la Platner Collection, che sono state editate in versione Gold.
West meets East
Nel dirigere la propria attenzione verso i mercati asiatici, molte sono le aziende che collaborano con designer provenienti da quelle aree, sia per avere prodotti di gusto più affini ai gusti del pubblico a cui vogliono vendere, sia per ampliare le possibilità che i propri prodotti siano veicolati in quei luoghi attraverso i designer locali, ampliandone così la riconoscibilità. È il caso per esempio di Gebruder Thonet Vienna, che collabora con Nathan Yong, designer e imprenditore di Singapore, e che quest’anno ha presentato un’interpretazione contemporanea del servomuto, impiegando legno e paglia di Vienna, materiali della tradizione Gebruder Thonet.
Interessante è anche l’iniziativa di Chi Wing Lo, designer cinese che produce una collezione di design estremamente raffinata in Italia, collaborando con l’azienda Maroni, di Cabiate. Design contemporaneo, arricchito da materiali preziosi con estrema cura dei dettagli, per soddisfare le richieste di clienti con grandi capacità di spesa, in Occidente ma soprattutto in Oriente, considerato che ha showroom principalmente in Cina, e in Indonesia.
Driade non si è avvalsa della collaborazione di designer orientali, ma ha comunque aggiunto alla sua produzione un pezzo di gusto decisamente asiatico: è la collezione Mingx, disegnata da Konstantin Grcic, una reinterpretazione della classica sedia cinese in palissandro (rosewood), ma in metallo e colorata.
Un discorso a parte vale la pena di riservare a Lyndon Neri e Rossana Hu, dello studio Neri & Hu di Shanghai. Architetti di fama mondiale, ormai riconosciuti tra i 100 architetti più influenti del mondo, negli ultimi anni stanno lavorando con moltissime aziende italiane ed europee, da Lema a Moooi, da Gandia Blasco a Classicon, solo per citarne alcune. La loro abilità nel mescolare le culture orientali e occidentali, sia nelle architetture sia nel design, ha permesso loro di progettare spazi poetici e prodotti che si inseriscono con facilità negli ambienti internazionali e cosmopoliti.
Tra le loro varie attività, una è di particolare interesse per il settore dell’arredamento. Dal 2008, Neri & Hu seguono l’art direction di Stellar Works, un’azienda con sede legale a Hong Kong e fabbriche a Shanghai. Nata per offrire arredi su misura per ospitalità “luxury”, Stellar Works si è rapidamente affermata come brand internazionale, collaborando con designer di grande fama provenienti da tutto il mondo, dai canadesi con studio a New York, Yabu Pushelberg, all’americano David Rockwell, all’italiano Carlo Forcolini, a designer inglesi, danesi, australiani. I prodotti si collocano nel segmento design alto di gamma, e sono caratterizzati dall’estrema cura dei dettagli, accostando materiali quali legni con finiture a olio e cera, pelli e metalli bronzati. Un esempio interessante di come anche in Cina si possa produrre con un modello d’impresa d’ispirazione europea (italiana, potremmo dire).
Legno esotico
Un discorso a parte va riservato al legno, specie se esotico e con prodotti ispirati alla metà del secolo scorso. Riscoperto negli ultimi anni, il design brasiliano oggi è decisamente in auge, sia in versione vintage e originale, sia in versione rieditata. Come quello proposto da Lin Brasil, per esempio, azienda brasiliana unica licenziataria del design di Sergio Rodrigues, che ha progettato arredi per oltre 50 anni. Tra le aziende italiane, invece, Molteni & C. ha scelto di rieditare alcuni pezzi del proprio archivio, tra cui una libreria del 1959, MHC 2, di Yasuhiko Itoh, in legno curvato, con un’anima in iroko e pioppo e impiallacciatura in teak. Un ritorno alle origini con prodotti in edizione limitata, per sottolineare l’esclusività delle proprie collezioni.