L’apertura e la chiusura delle attività imprenditoriali costituiscono fatti aziendali di eccezionale importanza: l’aggregazione di questi eventi su base settoriale o territoriale può fornire indicazioni sullo stato di salute dell’economia e sulla sua possibile evoluzione prospettica.
Questo primo numero dell’Osservatorio presenta i dati annuali del 2012 e del 2013. (L’Osservatorio completo a questo link).
Come risulta dalla tab. 1, gli effetti della profonda recessione che ha colpito l’economia del nostro Paese nel biennio 2012-2013 sono stati pesantemente negativi nell’area Confcommercio, determinando in tutti i settori dell’aggregato un numero più elevato di cessazioni rispetto alle iscrizioni.
Il saldo 2013 dell’Area Confcommercio, tuttavia, si è attenuato rispetto all’anno precedente grazie a un aumento delle iscrizioni, segno che i servizi di mercato rappresentano, anche nei momenti di crisi, un settore privilegiato per la nascita di nuove iniziative imprenditoriali. All’interno dell’aggregato solo le attività di alloggio e ristorazione ed il commercio al dettaglio hanno registrato lo scorso anno un peggioramento del saldo.
Approfondimento settoriale
Nei diversi comparti merceologici del commercio al dettaglio e nei servizi di alloggio e ristorazione, la dinamica imprenditoriale, influenzata dal marcato ridimensionamento dei consumi e dai comportamenti di acquisto dei consumatori, ha evidenziato saldi negativi nel 2012 e nel 2013, mentre il maggior gradimento da parte dei consumatori riservato al commercio ambulante ha favorito un incremento di imprese in questo canale, seppur limitato al 2012 (tab. 2).
Si evidenzia, inoltre, come l’incremento delle iscrizioni che ha interessato soprattutto i negozi specializzati alimentari abbia determinato nel 2013 un modesto miglioramento del saldo degli esercizi al dettaglio in sede fissa.
Si può immaginare, in generale, che una fase di ripresa appaia prospetticamente più robusta – o meno debole – se l’emergere di nuove iniziative imprenditoriali si diffonda a molti settori o alla maggior parte di essi. In fig. 1 è rappresentata la deviazione standard dei tassi di variazione delle imprese registrate nei settori di tab. 2. Si vede che c’è una riduzione della variabilità a partire da marzo 2012. Per quanto debole, questo segnale indica che, pur senza contare le cessazioni, la dispersione della variazione del numero di imprese nei vari settori tende a diminuire nel corso del tempo, e questo potrebbe essere un’indicazione favorevole di progressivo superamento della fase più critica della crisi economica.