Si è tenuto a Milano nel mese di novembre 2017 il Seminario di Previsione CSIL 2018, giunto alla 35esima edizione. L’analisi del settore dell’arredamento, mondiale e italiano, conferma che produzione e commercio sono tendenzialmente in crescita.
La situazione dell’economia mondiale
Stefania Tomasini, ricercatrice di Prometeia, ha illustrato la situazione dell’economia mondiale, in decisa ripresa. Già alla fine del 2016 (Rapporto CSIL 2017) l’economia mondiale era in espansione, ma ora, quasi alla fine del 2017, la crescita dell’economia mondiale sta sorprendendo tutti gli operatori. Il PIL mondiale è cresciuto del 3,5%, ma il dato più positivo è che la crescita, a livello mondiale, riguarda sia i Paesi industrializzati sia i Paesi emergenti, non ci sono più gli squilibri che erano presenti fino all’anno scorso. Tra i Paesi BRIC, Brasile e Russia stanno uscendo dalla lunga fase recessiva, pur non essendo ancora stabilizzati in una fase di espansione; la Cina ha avuto una crescita superiore alle attese nel 2017, cui farà seguito un rallentamento controllato per il due anni successivi, (tassi che vanno dal 7 al 5,8%), e per l’India è previsto un tasso di espansione superiore al 7% fino al 2020.
Per il prossimo triennio è previsto un trend positivo, con i Paesi emergenti che cresceranno a un ritmo superiore al 4%, e i Paesi industrializzati si manterranno in media sotto il 2%. Tra le economie ad alto reddito, gli Stati Uniti proseguiranno nel trend di crescita, mentre i Paesi UEM probabilmente rallenteranno, e si attesteranno sul 2,2%, a causa del venir meno delle politiche accomodanti.
Grazie a questa congiuntura positiva, il commercio mondiale di manufatti è aumentato del 4,9%, un tasso decisamente interessante; nel 2018 la crescita rimarrà superiore al 4%, mentre in seguito i tassi scenderanno leggermente, anche in seguito alla minor crescita di Cina e, dal 2020, degli Stati Uniti. Il grande assente di questa crescita è l’inflazione, ed è un fattore di cui non ci sono ancora interpretazioni univoche e condivise. Il dato positivo, è che l’inflazione bassa da un lato permette di mantenere politiche monetarie espansive, dall’altro consente alle famiglie di guadagnare in potere d’acquisto, elementi positivi per sostenere l’espansione economica.
L’economia italiana
L’Italia condivide questo scenario positivo, e ha visto una crescita tendenziale dell’1,8%, un tasso che non si vedeva dal 2011, l’anno che seguiva la Grande Recessione del 2008/2009. Questo tasso di crescita ha permesso di agganciare il ritmo della Francia, quindi di non essere più il fanalino di coda tra i grandi Paesi dell’area dell’euro. Inoltre, gli indici della produzione industriale, dei servizi e dei consumi, dimostrano che la ripresa è estesa a tutti i settori, non più a macchia di leopardo come in precedenza; la fiducia di consumatori e imprese è in crescita stabile, e anche l’occupazione è in ripresa; benché da più fonti arrivino messaggi discordanti, questa è la ripresa con più occupazione della nostra storia recente; gli indicatori indicano che l’occupazione crescerà anche nei prossimi due anni. Secondo gli studi OCSE, la crescita dovrebbe essere dell’1,6% alla fine del 2017, dell’1,5% nel 2018, e dell’1,3% nel 2019.
Il mercato dell’arredamento nel mondo
Abbiamo già visto che il commercio mondiale nel complesso, nel 2017, ha registrato un aumento del 4,9%. Il mercato mondiale dell’arredamento, valutato a prezzi di produzione, escluso cioè il markup per la distribuzione, è di 425 miliardi di dollari, in aumento sul 2016, ed è prevista una crescita del 3,5% per il 2018.
Il commercio estero di arredamento, grazie a questa situazione favorevole, è aumentato anch’esso del 3% rispetto al 2016, ed è previsto in un trend di crescita del 4% circa nel 2018, con la crescita concentrata soprattutto in Asia Pacifico. Attualmente, i principali esportatori sono Cina, con una quota del 35% in aumento, Germania, con l’8%, stabile, Italia e Polonia si attestano al 7%, stabili, e Vietnam, con il 6%, in aumento; i primi 5 Paesi esportatori raggiungono una quota del 63% sul totale dell’export mondiale di mobili. I principali importatori sono Stati Uniti, con il 28%, in aumento, Germania, con il 10%, stabile, Regno Unito, con il 6%, in aumento, Francia, 5%, in aumento, e Canada, con il 4%, in aumento; i primi 5 Paesi importatori coprono una quota del 53% sul totale dell’import mondiale di mobili.
I protagonisti del mercato mondiale dei mobili, che pesano per il 75% sul totale del consumo, sono la Cina, con una quota del 29%, l’India, con il 5%, il Giappone con il 3%, gli Stati Uniti con il 20%, il Canada 2%, il Regno Unito il 3%, la Francia il 3%, l’Italia il 2%.
Il mercato del mobile in Italia
Questa congiuntura positiva, si sta riflettendo sull’Italia dove, grazie anche al bonus mobili, il mercato dell’arredamento sta consolidando nel 2017 una crescita dell’1,3%; un dato importante, è che tutti i segmenti del settore sono in crescita, e anche la distribuzione indipendente sta registrando un aumento dell’1,3%. Per il prossimo triennio, è prevista una crescita a tassi analoghi al 2017, grazie a un clima positivo e più ottimista di famiglie e imprese, a una ripresa degli investimenti residenziali, e a un moderato incremento della disponibilità di reddito delle famiglie, pari all’1,2%, grazie a una bassa inflazione.
Il grado di apertura del settore dell’arredamento in Italia è del 23%, dunque piuttosto basso, ed è normale, in quanto l’Italia non è un grande importatore di mobili. Il maggior fornitore dell’Italia è la Cina, con una quota del 27% sul totale delle importazioni; seguono la Polonia, con il 17%, la Romania, con l’11%, la Germania, 10%, e poi Slovenia, Spagna, Turchia, Vietnam, con percentuali tra il 3 e il 2%.
L’Italia è comunque uno dei maggior esportatori di arredamento del mondo. Fino al 2006, il nostro Paese era al primo posto nella classifica degli esportatori di mobili del mondo. Poi, complici l’ingresso della Cina nel WTO e la Grande Recessione, la situazione è cambiata, e la quota di export italiano sul totale mondiale è scivolata dal 16% del 2000 al 7% del 2017; tuttavia, l’Italia è ancora il secondo/terzo esportatore del mondo, ed è il primo nell’alto di gamma, con una quota del 30%.
Nel complesso, i mercati Extra-UE sono in aumento, e sono passati a una quota del 44%; i primi 3 Paesi di destinazione dell’export italiano sono Francia (16%), Germania (11%), Regno Unito (10%); seguono Stati Uniti con il 10%, Svizzera, Spagna, Belgio e Russia tra il 4 e il 5%, e Cina, con il 7%, in aumento deciso, che ha guadagnato due posizioni. Rimangono in calo abbastanza forte invece gli Emirati Arabi, che scontano probabilmente la situazione di incertezza dell’area.
Per la fine del 2017, dunque, si prevede che l’export aumenterà del 2% in termini reali, e questo porterà a un aumento della produzione dell’1,4%. Per il 2018, grazie al buon andamento dell’export, per cui si prevede un aumento di poco inferiore al 3%, e a un incremento costante del mercato interno, ancora pari all’1,3% circa, la produzione italiana di mobili dovrebbe attestarsi su una crescita attorno al 2%. Per il biennio successivo (2019-2020), è previsto un rallentamento generale dell’economia, in Italia e nel mondo, che si rifletterà anche sul settore dell’arredamento. In base a questi dati, l’export di arredamento italiano dovrebbe continuare a crescere al ritmo del 2,5% all’anno.