Cari lettori, con grande sofferenza, siamo arrivati al sesto anno della “Grande Recessione”. Senza vedere ancora nessuna via di uscita.
La lettura dei giornali della settimana scorsa (11-17 marzo 2013), somiglia a un bollettino di guerra. Le notizie sono sempre più scoraggianti: nel primo bimestre 2013, il comparto della distribuzione in generale ha visto abbassare le saracinesche 167 negozi al giorno. Se questo trend continua, alla fine dell’anno si registrerà la chiusura di quasi 60 mila imprese, con 200 mila posti di lavoro volatilizzati. E anche per i pubblici esercizi le cose non vanno meglio: nel primo trimestre chiuderanno oltre 9.500 tra bar e ristoranti.
L’emorragia di imprese che chiudono, sta creando un’ulteriore emergenza, quella degli affitti: i negozi sfitti per mancanze di imprese sono ormai oltre 500 mila, con una perdita annua di 25 miliardi di euro in canoni non percepiti.
È un’ecatombe, su cui si è espresso anche il Presidente Sangalli, sollecitando il nuovo Governatore della Lombardia Maroni a intervenire subito con un piano per tutelare la fragilità delle piccole imprese, affinché possano uscire dalla logica dell’emergenza e tornare a investire, e per frenare l’emorragia. A poco più di due mesi dall’inizio dell’anno molte Regioni hanno già esaurito i fondi per la cassa integrazione in deroga, quella destinata alle piccole imprese in crisi.
Sul piano economico, si registra un nuovo aumento del debito pubblico italiano, che ha sfondato di nuovo il tetto dei 2.000 miliardi. In nome del salvataggio dell’euro si stanno perpetrando politiche di rigore oltremodo recessive, che stanno lentamente affondando tutte le economie del Sud-Europa. Ma di quale Europa stiamo parlando? Non si può credere davvero che i Padri fondatori dell’Europa volessero raggiungere questi obiettivi. L’apparenza ormai evidente è che l’obiettivo strategico sia di ridurre i salari medi a 800 euro; siamo asserviti alla finanza internazionale, che sfrutta i risparmiatori di tutto il mondo con strumenti al limite del lecito, quali per esempio le vendite allo scoperto.
È ormai abbastanza evidente che la tanto sognata ripresa non si vede nemmeno all’orizzonte, la situazione italiana è sempre più buia, e i nostri politici perdono tempo con i loro minuetti e i loro inutili giochi di potere, mentre l’Italia va alla deriva, senza timoniere né timone, in una direzione sconosciuta. Un’ulteriore prova è che la mia lettera inviata al Presidente del Consiglio Monti, contenente la richiesta di inserire sgravi fiscali sugli arredi, inviata il 19 dicembre 2012, ad oggi attende ancora una risposta.
In mancanza di interventi tempestivi, dal 1° luglio 2013 l’IVA aumenterà al 22%: un’ulteriore mazzata, su un’economia già al collasso. È evidente che i consumi aumentano se il cittadino ha maggiore disponibilità economica: qualsiasi manovra che riduca le tasse ai cittadini, è utile per rilanciare i consumi.
L’Italia è l’unico Paese al mondo dove si paga l’IRAP anche sulle perdite, come se gli interessi sui fidi bancari e il costo del lavoro non fossero costi effettivamente sostenuti.
L’edilizia è ormai prostrata, di misure per la crescita non se ne vedono; si sente parlare solo di rigore, ma non si comprende più di quale rigore stiamo parlando, l’impressione è che, anziché sostenere la crescita, si lavori attivamente per la decrescita. In questa situazione, l’Italia va al massacro: e non sembra davvero una grande idea quella di lasciarla radere al suolo per ripartire da zero, come si è fatto dopo la seconda guerra mondiale.
Le banche non prestano più denaro né alle persone, né alle imprese; la spesa pubblica non cala, e di tagli ai costi della politica non si parla nemmeno; i costi delle infrastrutture sono ancora troppo alti, e gli investimenti dall’estero sono scoraggiati dalla situazione della politica, dalla giustizia troppo lenta e dalla tassazione troppo elevata.
Pur in questa situazione disperata, Federmobili da oltre sei mesi sta lavorando attivamente, proponendo varie iniziative per la crescita. Una delle più importanti, su cui siete stati costantemente informati, e spiegata nel dettaglio a pagina 12, è la proposta per inserire gli arredi nel plafond dei 96.000 euro sui quali è possibile chiedere il recupero del 50% in 10 anni ai fini Irpef. Proposta su cui va avanti l’attività di lobby, e su cui si sta lavorando in sinergia con FederlegnoArredo e con Assofin. Ulteriori importanti attività, che portiamo avanti già da tempo, sono i corsi Innova.com, più importanti che mai in questo momento, in cui la crisi richiede tempi di reazione veloci e una formazione di prim’ordine, per migliorare la gestione del proprio punto vendita.
E, anche per il 2013, Federmobili sarà partner di Abitare 100% Project, la rassegna veronese dal concept innovativo, che ospita numerosi workshop formativi e informativi a cura di Innova.com, in calendario dal 13 al 15 ottobre.
Per concludere, vorrei tornare su un argomento su cui mi sono soffermato diverse volte, ma che purtroppo vedo tutt’ora ignorato dalla politica: l’importanza del nostro turismo. L’Italia è un Paese che possiede, oltre alle città d’arte, migliaia di borghi, villaggi e cittadine di eccezionale bellezza e un patrimonio artistico che non esiste in nessun’altro Paese: queste bellezze dovrebbero essere fatte conoscere al pubblico
attraverso le televisioni di tutto il mondo, per accogliere i visitatori in nuove strutture ricettive a costo contenuto, catturando così centinaia di milioni di turisti possibili. Un rilancio che potrebbe essere finanziato attraverso l’emissione di Project Bond.
Questo aiuterebbe a rilanciare innanzitutto l’edilizia, e di conseguenza l’arredamento, e a cascata tutto l’indotto, con un sicuro significativo impatto sul Pil italiano. Il turismo è il nostro petrolio fuori terra e andrebbe valorizzato molto di più. Ma tutte queste sono solo parole, se non sono accompagnate da iniziative dalla politica.