Si è conclusa domenica 21 gennaio Imm Cologne 2018, con un bilancio positivo. I visitatori sono stati oltre 125 mila, in leggero calo rispetto al 2017, ma in aumento rispetto al 2016; e questo nonostante l’uragano “Friederike”, che il giovedì ha causato notevoli problemi ai trasporti.
Imm Cologne, dunque, conferma il suo ottimo stato di salute, con una decisa crescita dell’internazionalizzazione, sia degli espositori, sia dei visitatori. Gli operatori provenienti dall’estero sono stati circa il 50% del totale, con incrementi in particolare da Spagna (+31 %), Belgio (+16%), Francia (+11%), Paesi Bassi (+1%) ed Est-Europa (+54%), in particolare Russia (+69%). Sono decisamente aumentati anche i visitatori in arrivo dall’Asia (+50%), nello specifico da Cina (+82%) e Giappone (+63%), Medio Oriente (+15%), Australia/Oceania (+51%); dal Nord America sono aumentati del 12 % e dall’America Centrale del 21%.
A Imm Cologne i più importanti operatori del mercato
Oltre all’elevata internazionalità che ha caratterizzato la rassegna di quest’anno, di particolare interesse è stata anche la qualità dei visitatori, tra cui si sono distinti i maggiori player mondiali. Imm Cologne ha accolto i responsabili delle grandi piattaforme online e delle catene internazionali di largo consumo, tra cui Alinea dalla Francia, John Lewis dalla Gran Bretagna, El Corte Inglés dalla Spagna, Nitori dal Giappone e Ashley dagli USA, e anche il segmento Pure, che comprende l’high-end design, ha dato il benvenuto a una delegazione di 80 centri di arredamento con focus sul design provenienti da USA e Canada, fra cui Luminaire da Miami e DDC da New York.
Highlights da Colonia: il segmento Pure
Molte aziende approfittano della prima fiera dell’anno per presentare novità di prodotto e concept innovativi. Nel segmento Pure, un concept interessante è quello di Indera, azienda belga specializzata in imbottiti, tavoli e sedie progettati da designer internazionali. Indera ha sviluppato un progetto innovativo, applicato a un prodotto già esistente, ma modificato con l’introduzione di nuovi materiali e nuovi processi di produzione e di commercializzazione. Con il supporto di EPEA Nederland, il progetto è certificato Cradle to Cradle, ed è una proposta interessante nel panorama degli imbottiti per il contract. Il divano Sintese, progettato da Wim Segers, nella nuova versione Eco viene prodotto utilizzando solo 5 materiali, a basso impatto ambientale, assemblati in modo da essere interamente disassemblati e smaltiti (o riutilizzati) singolarmente. Il modello di business, per il momento rivolto ai grandi clienti contract, prevede una sorta di leasing, per cui, alla fine del ciclo di vita dell’arredamento, i prodotti vengono ritirati dall’azienda, che provvede allo smaltimento o al riciclo. La prima realizzazione di questo concept è all’M Hotel di Genk, Belgio, che sarà inaugurato ad aprile 2018.
Ancora dal segmento Pure, sono diverse le aziende che cominciano a puntare sul “total look”, o, come dice Living Divani, sulla fluidità degli spazi, per interni in cui zona notte, zona giorno, home office e cucina-pranzo interagiscono, in ambienti armonici e rilassati. MDF Italia ha presentato l’estensione della serie Yale di Jean-Marie Massaud, premiata nel 2011 con il Compasso d’Oro, con un letto caratterizzato dalla semplicità della struttura e dal confort della testata; Alias ha debuttato nel mondo dei letti con Okome bed, un progetto di Nendo, un letto imbottito caratterizzato dalla testiera ampia e morbida, coordinata alla collezione di divani Okome, anch’essa disegnata dal designer giapponese Oki Sato, fondatore dello studio Nendo.
In materia di immagine coordinata, è interessante l’iniziativa di Molteni&C, che inventa un nuovo linguaggio per vestire il sistema armadio Gliss Master, di Vincent Van Duysen, e la cabina armadio Master Dressing. “The Styling Closet by Marta Ferri for Molteni&C” è una capsule collection di abiti e creazioni uniche, per illustrare le diverse funzionalità degli arredi “guardaroba” progettati da Molteni&C. Ciniglie, lini e stampati come la paglia di Vienna sono il focus di questo progetto: i tessuti della collezione GEA, selezionati da Marta Ferri diventano i protagonisti di un mondo materico e colorato formato da vestiti, capi spalla, cinture e altri accessori come i gioielli in teak, che arricchiscono gli interni di Gliss Master e Master Dressing di Molteni & C.
Cina, made in Italy e nuovi mercati
Paolo Castelli Spa, l’azienda bolognese che porta il nome dell’imprenditore che l’ha fondata, ha sviluppato un progetto di total look nel segmento high-end design/luxury, che sta incontrando molta fortuna in Cina. Incontrato a Colonia, ha spiegato egli stesso che il suo progetto in Cina sta funzionando molto bene, e che, grazie al partner locale Red Macalline, ha in programma l’apertura di 10 showroom in territorio cinese entro il 2018. Lo stile Paolo Castelli è un lusso misurato, con collezioni che esprimono il gusto italiano e l’abilità della manifattura, che viene riconosciuta in tutto il mondo. Paolo Castelli proviene da una famiglia con una lunga tradizione di imprenditoria nel settore dell’arredamento e del contract (tra le aziende di famiglia, l’Anonima Castelli, che produsse la sedia Plia di Giancarlo Piretti nel 1969), e forse anche per questo il passo dell’espansione in Cina gli è riuscito con molta naturalezza. E non è che l’inizio, dato che nel gennaio 2018 ha aperto il primo showroom in India.
L’industria tedesca del mobile
Imm Cologne è anche un’occasione per fare il punto sulla situazione del mercato dell’arredamento in Germania; la Germania è il secondo esportatore di arredamento del mondo, stabile immediatamente sopra l’Italia, che è al terzo posto, e ha un sostanziale pareggio tra export e import. Secondo i dati forniti da Verband der Deutschen Möbelindustrie (Associazione dell’Industria Tedesca del Mobile), attualmente l’industria tedesca conta 492 aziende, che impiegano 83.960 addetti (le aziende sono in calo dell’1,3% sul 2016, e gli addetti sono in calo dello 0,3%).
Il 2017 si è chiuso con una situazione di sostanziale stabilità rispetto al 2016, dopo 3 anni di forte crescita, attestandosi subito sotto la soglia dei 18 miliardi di euro. Di questi, circa 7,2 miliardi di dollari (5,8 miliardi di euro), pari al 32,5% della produzione, sono destinati all’export. L’export di mobili tedesco è in aumento, con la Russia che ha visto un aumento del 7,5%, gli Stati Uniti stabili a una quota del 10,3%, la Cina con un boom a +21,3%, e altri importanti mercati quali Corea del Sud, India e Canada di nuovo in crescita, e, nell’area UE, Francia e Paesi Bassi di nuovo stabili. Sull’export pesa naturalmente l’incognita Brexit.
Per quanto riguarda l’import, nel 2017 ha registrato un leggero calo, che testimonia la contrazione dell’economia. Tuttavia, mentre l’import dalla Polonia è rimasto sostanzialmente stabile, sono aumentati l’import da Cina e Repubblica Ceca, e la somma dell’import da questi 3 Paesi vale circa il 55% del totale dell’import di arredamento della Germania. Anche se il tasso di importazioni è in calo costante negli ultimi anni, attualmente, due mobili su 3 in Germania provengono dall’estero.
I trend in Germania
Il dato della provenienza dei mobili è ancora più significativo, alla luce di un’indagine di mercato condotta dall’istituto Kantar TNS per conto di Verband der Deutschen Möbelindustrie (Associazione dell’Industria Tedesca del Mobile), sui criteri adottati dai tedeschi nell’acquisto di mobili. Da quest’indagine è risultato che i tedeschi prestano attenzione innanzitutto alla qualità (75,4%), seguita a distanza ravvicinata dal design (64,3%). Per il 50,5% il prezzo è importante, e per il 44,1% è molto importante il rispetto dell’ambiente nella produzione. L’origine del prodotto è importante solo per il 31,7% degli intervistati, e l’innovazione/novità contano solo per il 20,9%.
Alla domanda specifica sull’importanza del “Made in Germany”, l’80,2% degli intervistati, ha dichiarato che il marchio “Made in Germany” viene associato a un prodotto di ottima qualità; per oltre la metà un prodotto Made in Germany ha un eccellente rapporto qualità/prezzo, è eco-friendly e ha un design moderno. Tuttavia, se metà degli intervistati sarebbero disposti a pagare leggermente di più per un prodotto Made in Germany, la stessa metà dichiara che l’origine non sarebbe determinante per orientare l’acquisto.