Quale futuro per la distribuzione indipendente?
di Roberta Mutti
Il forum di chiusura di Abitare 100% Project, dal tema “Progettazione-industria-distribuzione: confronto intergenerazionale”, ha visto la partecipazione di professionisti provenienti da differenti campi di attività.
A introdurre e moderare l’incontro, Maurizio Ricupati, titolare di MAV-Arreda Milano, Membro del Consiglio Federmobili, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio Lombardia, Vicepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio, che ha esordito così: “Nessuno vuole negare che siamo in un momento di crisi, ma dobbiamo considerare questo momento di difficoltà come un’occasione per fare scelte coraggiose, e affrontare i nodi non risolti della nostra attività.
La situazione, però, non cambia se continuiamo a fare le stesse cose; è dalla crisi che nascono le idee più nuove, è dai momenti di difficoltà che si esce cambiati, con nuove opportunità, perché la crisi ci costringe a pensare, a reinventare; il lato pericoloso di un momento così complesso è la rinuncia a lottare: al contrario, per chi vale, i momenti di difficoltà sono positivi, in quanto consentono al merito di emergere.
Dal canto nostro, possiamo ben dire che Federmobili sta facendo la sua parte, sia con la formazione, grazie alla ricca offerta di corsi, a catalogo e “su misura”, sia con le iniziative a sostegno dei rivenditori, tra cui annoveriamo anche il Bonus mobili, ottenuto grazie a una fattiva collaborazione con FederlegnoArredo.
Oggi siamo qui per discutere con colleghi, progettisti e imprenditori della produzione, della situazione della filiera dell’arredamento e ci auguriamo che da questo confronto possano scaturire idee per continuare una collaborazione fruttuosa.”
Il punto di vista: il progetto
Leonardo Talarico è progettista giovane, che ha collaborato con Cappellini,Mercedes-Benz, Alcantara, Henry Timi e altri ancora. “Distribuzione, produzione e progettazione dovrebbero essere affini, ma spesso quest’affinità si perde, ha spiegato Talarico. Dal mio punto di vista, penso che oggi un giovane designer deve avere la capacità di essere un imprenditore e un PR di se stesso, in quanto è molto difficile farsi prendere in considerazione dalle grandi aziende; bisogna dunque creare una forte identità attorno a sé. Allo stesso modo, un punto vendita dovrebbe lavorare molto sull’immagine e sul rinnovamento, su un nuovo modo di comunicare il prodotto; in Italia, ci sono i migliori artigiani del mondo, oltre a tanti buoni progettisti, solo che a volte questi tratti salienti non vengono comunicati nel modo migliore dal punto vendita.”
Un messaggio di fiducia è arrivato da Massimo Castagna, architetto con molti anni di esperienza, che si è soffermato su diversi aspetti. “Indubbiamente la situazione è molto complessa, ha esordito Castagna. Tuttavia, ci sono showroom e aziende di distribuzione che continuano a crescere, anche in un momento così difficile, e questo significa che la situazione non è del tutto compromessa, che c’è ancora una speranza. È necessario però rendersi conto che, in molti casi, non si può più agire come si agiva in precedenza, ma soprattutto che non c’è una nuova strada già tracciata, bisogna procedere per tentativi, ed essere molto rapidi nell’analizzare le situazioni e reagire di conseguenza.”
Il punto di vista: la produzione
A illustrare il punto di vista della produzione, sono intervenuti Cristian Bergamaschi, di Dorelan, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di FederlegnoArredo, e Stefano De Colle, di Elmar Cucine, Presidente del Gruppo Cucine di FederlegnoArredo.
Secondo Bergamaschi, “Le aziende di produzione italiane non sono immobili come sembrano, essendo in generale di taglia medio-piccola hanno un certo grado di flessibilità, che viene premiata all’estero. Una delle accuse che vengono rivolte più di frequente ai produttori, è di avere un catalogo troppo ampio, in cui il rivenditore fatica a trovare le informazioni corrette da veicolare. Questa è un’osservazione giusta, e ritengo che anche le manifatture dovrebbero impegnarsi al massimo per attivare sinergie con tutti gli attori della filiera, finalizzate alla comunicazione dei valori aziendali e del contenuto di ricerca e sviluppo del prodotto che si vende. In Italia la casa ha un valore importante, e, soprattutto quando si tratta di secondo impianto, il fattore emozionale ha molto rilievo, non è un acquisto fatto per necessità; l’impegno per veicolare il valore aggiunto è tanto maggiore, quanto più elevato è il contenuto di “soddisfacimento di un desiderio”, più che di un bisogno.”
De Colle invita a un passo successivo: “È ora, ha dichiarato, di fare un passo successivo, superare il dialogo e attivare collaborazioni fattive. Una filiera è formata da diversi attori, tutti gli attori che vi partecipano devono progredire insieme. Negli ultimi anni, si sta accentuando la separazione tra il pubblico che cerca solo un buon prezzo, e coloro che invece credono ancora nella qualità; i punti vendita che hanno sempre puntato sul valore aggiunto di progetto e servizio sono avvantaggiati. Purtroppo, oggi i punti vendita indipendenti si sono ridotti drammaticamente, la GDO ha acquistato quote di mercato e, se si guarda alla forte riduzione dello scontrino medio, la realtà è ancora più desolante. Eppure, anche in questo contesto, ci sono attività che stanno andando bene. Questo succede quando si riesce a dare il giusto valore al progetto, e anche al design, che non significa costoso, ma, al contrario, deve aggiungere profondità al progetto, senza per questo aumentarne il prezzo.”
Il punto di vista: la vendita
Filippo Lombardelli, Presidente GIF-Gruppo Giovani Imprenditori Federmobili, ha posto l’accento sull’importanza del cambiamento. “Il mondo di oggi, ha spiegato, ci impone di cambiare, e noi rivenditori non dobbiamo avere paura dell’evoluzione. Un rivenditore non si può limitare alla sola vendita ma, attraverso una struttura di vendita organizzata, deve creare valore aggiunto: trasformare un prodotto in un servizio attraverso il progetto. Quest’ultimo si realizza anche grazie all’elaborazione della conoscenza trasmessa dal produttore che si tramuta in un valore aggiunto. Un impegno di tutto rispetto, che richiede anche al rivenditore di adeguarsi ai tempi che cambiano. Per questo, è importante cogliere al volo i mutamenti imposti dai tempi, aggregandosi, se necessario, facendo rete, anche utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dalla Federazione.
Solo in questo modo si potrà progettare un nuovo modello di filiera, snella e lineare.”
A Mauro Mamoli, Presidente Federmobili, il compito di concludere l’interessante tavola rotonda. “Innanzitutto, ha esordito Mamoli, credo che sia il caso di non rimuginare più sul passato, ma che sia il caso di guardare al futuro, anche per quanto riguarda i rapporti tra produzione e distribuzione. Il mondo dell’industria e il mondo della distribuzione non possono essere due comparti separati e stagni, si lavora per lo stesso fine, che è la soddisfazione del consumatore.
Chiediamoci dunque: cosa si aspetta da noi il consumatore?