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Rapporto di previsione CSIL: le città sono il nuovo motore dello sviluppo


Si è tenuto il 22 novembre, come consuetudine, il seminario CSIL, con la presentazione del World Furniture Outlook 2014 e del Rapporto di Previsione sul Settore del Mobile in Italia, 2014-2016.
Il rapporto World Furniture Outlook 2014 contiene dati analitici sull’industria del mobile e previsioni sul mercato mondiale nel 2014 in 70 Paesi, mentre il Rapporto di Previsione sul Settore del Mobile in Italia fornisce un quadro del settore del mobile e delle sue prospettive per i prossimi due anni, nel nostro Paese.
In occasione della 31° edizione del Rapporto di Previsione, CSIL ha integrato la propria analisi dei Paesi presentando previsioni al 2020 per quelle città con un elevato potenziale di sviluppo su cui puntare per qualità e quantità della domanda di beni durevoli per la casa.
Gli scenari macroeconomici sono stati elaborati da Prometeia; sponsor e partner dell’iniziativa sono Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, Fulgor, IVM Chemicals, Okite, Nastroflex, Webmobili.
Il quadro macroeconomico nel triennio 2014/16
Lo scenario internazionale ipotizzato nei due rapporti CSIL, per la prima volta da anni, presenta un quadro con segnali di miglioramento, anche nell’Eurozona.
L’economia mondiale sta mostrando un miglioramento della crescita dei Paesi avanzati, con una lieve riduzione di quella dei maggiori Paesi emergenti.
Nel 2014, in particolare, il prodotto interno lordo mondiale crescerà del 3,6%, e il contributo alla crescita dell’area euro sarà positivo, anche se permangono le incertezze sui tempi del tapering della FED e sull’entità della ripresa europea, dove restano alcuni rischi sistemici. Il commercio internazionale riprenderà a crescere a tassi più vivaci.
Anche nel medio periodo è prevista un’accelerazione del tasso di crescita del PIL e del commercio internazionale. Le economie avanzate continueranno a crescere, a patto che proseguano il risanamento del settore finanziario e il consolidamento fiscale, e sia stimolata la crescita di posti di lavoro. Le economie emergenti dovranno affrontare la doppia sfida del rallentamento della crescita e dell’inasprimento delle condizioni finanziarie globali.
Nonostante nel complesso il quadro sia positivo ci sono diversi fattori che possono condizionare la ripresa nell’Eurozona.
Innanzitutto di debiti accumulati, che gravano sui bilanci, sono molto più elevati rispetto al passato; poi rimane sempre l’incognita disoccupazione, che non accenna a diminuire, soprattutto in Italia.

La situazione italiana
A partire dal quarto trimestre 2012, in Italia il PIL ha registrato un calo progressivo, che ha cominciato ad attenuarsi solo nel terzo trimestre 2013. Per il quarto trimestre 2013 di prevede un ulteriore attenuazione del calo, per cui a fine anno si prevede una diminuzione complessiva dell’1,8%.
La riduzione del potere di acquisto registrato dalle famiglie italiane continua a incidere sui consumi interni la cui caduta sta rallentando ma non si è ancora arrestata; anche gli investimenti fissi lordi stanno registrando una nuova discesa, che li porterà in chiusura d’anno a un -5,7% rispetto al 2012.
L’incertezza per il prossimo triennio resta dunque molto elevata, sia per questioni politiche interne sia per l’andamento della domanda estera mondiale di prodotti italiani.
In assenza di shock politici e finanziari, il PIL italiano tornerà a crescere già nel 2014 (+0,8% in termini reali), per poi accelerare al +1,5% nei due anni successivi.
La spesa delle famiglie resterà sostanzialmente stabile nel 2014, in considerazione delle difficoltà sul mercato del lavoro e dei cali registrati dal reddito disponibile negli ultimi anni. Solo nel biennio 2015/16 si prospetta una ripresa dei consumi.
L’unico contributo positivo alla formazione del PIL proviene dalla domanda estera, le esportazioni sono un fattore propulsivo.
Nel biennio di massima crisi globale siamo stati molto colpiti dalla caduta della domanda mondiale, ma tutto sommato le esportazioni hanno resistito; tuttavia, non dobbiamo nasconderci che ci sono Paesi in cui le esportazioni hanno avuto un calo inferiore al nostro: se le esportazioni italiane nei cinque anni di crisi avessero continuato a funzionare allo stesso ritmo delle esportazioni della Spagna, per esempio, il PIL italiano sarebbe caduto di un 3,2% in meno, anziché calare di 8 punti, sarebbe calato solo di 5.
Per il prossimo biennio, comunque, a trainare la crescita del PIL sarà nuovamente la domanda internazionale, grazie all’irrobustimento del ciclo mondiale.
Il mercato mondiale del mobile.
La situazione attuale
Il consumo mondiale di mobili valutato a prezzi di produzione è di circa 420 miliardi di dollari USA. Il grado di apertura dei mercati (il rapporto fra importazioni e consumi) è attualmente nell’ordine del 27%. I principali Paesi importatori di mobili sono Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito. Le importazioni degli Stati Uniti, dopo la crisi del 2008 e 2009, sono riprese, e nel 2013 stanno tornando al livello del 2007. La Cina ha raddoppiato le sue esportazioni, da 25 miliardi di dollari nel 2009 a 52 miliardi di dollari nel 2013. Gli altri grandi esportatori di mobili sono Germania, Italia e Polonia.

Le previsioni mondiali
Per il commercio mondiale del mobile è prevista una crescita modesta nel 2013 e 2014, dopo la forte contrazione del 2009 e la ripresa degli anni successivi. Le previsioni di variazioni in termini reali della domanda di mobili nelle principali aree geografiche sono presentate nel grafico 1 (pagina precedente), che indica una stagnazione per l’Europa Occidentale, ma una crescita superiore al 3% per il mondo, specialmente grazie al contributo dei paesi emergenti.

Il settore del mobile in Italia nel 2014-2016
Il 2013 si sta chiudendo con un mercato interno di nuovo in calo ma gli ultimi mesi, grazie al Bonus mobili e all’interesse che ha suscitato sul sistema casa, stanno mostrando qualche segnale positivo.

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