Aziende

Pianca: design made in Italy per competere


Di Sabrina Sciama

“I mobili sono l’unica cosa che sappiamo fare davvero e li dobbiamo creare perfetti, devono avere un’anima e un’identità. Sono compagni di vita e non oggetti di consumo”. Questo uno degli insegnamenti trasmessi da Enrico al figlio Aldo, che gli è subentrato nella conduzione di Pianca negli anni ‘80.
“Ho ereditato un‘azienda di stampo ancora molto artigianale – spiega Aldo – e mi sono concentrato sul rendere i processi quanto più possibile industriali: l’introduzione di metodi di produzione ‘snella’ e just in time ne è un esempio, l’espansione ai mercati esteri, l’adozione di standard qualitativi e certificazioni riconosciute (anche in materia di produzione sostenibile), l’introduzione di nuovi materiali oltre ai tradizionali legno e metallo, ma soprattutto, il rivolgerci più spiccatamente al mondo del design e dell’architettura d’interni. Senza mai tradire ciò che siamo e da dove veniamo”.

Nuova art direction
Al Salone del Mobile di quest’anno, Pianca si è presentata con prodotti frutto della nuova collaborazione con lo Studio Bruno Fattorini & Partners, a cui ha affidato la direzione creativa, nel processo di maggiore internazionalizzazione del brand.
“È certamente generatore di stimoli ed elemento ‘vitale’ l’interesse per il mondo del design, dell’architettura, della progettazione e dell’arte – sottolinea Aldo Pianca – motivo per cui ho sempre piacere nel conoscere in prima persona designer e architetti, dai più giovani a quelli ‘di grido’. In un certo senso vedo queste realtà come la collocazione ideale e naturale per Pianca, vista la sua storia: svariati progetti nel recente passato sono stati ideati e firmati da designer, italiani e stranieri.”
Ciò che invece è inedito per l’azienda trevigiana è il fatto di aver affidato loro un ruolo più alto e strategico, ovvero quello dell’ art direction; “…Da tempo infatti si sentiva l’esigenza, proprio a causa di queste interazioni tra realtà anche molto diverse, di coordinare i designer, di gestire gli stylist, i fotografi, i grafici etc., sotto una guida forte, su un binario unico, solo così sembra possibile un costante miglioramento nella qualità progettuale mantenendo intatta l’ identità aziendale”. Pianca è certo che “questa collaborazione permetterà di elevare la percezione del marchio e di aumentare la sua riconoscibilità, in particolare nei nuovi mercati esteri”. Gli elementi che più lo hanno convinto si trovano “nella cifra stilistica dello studio Bruno Fattorini & Partners, caratterizzata da rigore e pulizia, nelle loro competenze trasversali, nella conoscenza dei processi industriali, la capacità di fare scelte non solo di natura estetica ma anche marketing oriented.”
E sembra che già i primi risultati si inizino a intravvedere:”nonostante la partnership sia piuttosto recente – dice con soddisfazione Aldo Pianca – essendo formalmente cominciata ai primi di gennaio di quest’anno, al Salone del Mobile di Milano alcuni risultati già si sono visti: tre prodotti sono firmati da loro e il loro contributo ha permesso di sviluppare circa una decina di novità, oltre ad aver gettato le basi per nuovi cantieri… ma non anticipo altro”. Naturalmente è ancora presto per fare stime e contare su numeri ufficiali ma il quadro è al momento positivo. “Nel complesso il settore del mobile moderno e di design, dove naturalmente si colloca l’Azienda, ha risposto bene, contrariamente ai segnali che giungono dal mercato; sebbene possa essere precipitoso interpretarlo come un trend, quantomeno ci auguriamo sia un segnale positivo per l’anno a venire.”

I mercati esteri per crescere
Andando più nello specifico, Aldo Pianca segnala un generale incremento dell’estero, “un trend in crescita ormai consolidato ma quest’anno particolarmente evidente, tra tutti, una conferma dell’est europeo e della Russia, evidenza di un lavoro di medio-lungo termine che comincia a pagare, oltre a una crescita di visitatori anche dall’estremo oriente, un mercato, per ovvi motivi, sempre più appetito dalle aziende del settore”.
Date queste considerazioni il ruolo dell’internazionalizzazione è la chiave per la crescita, “in un momento in cui il mercato domestico appare notevolmente rallentato. Ottenere risultati in tal senso presuppone, come ovvio, investimenti; tutto sta a vedere come e dove operare tali investimenti” che Pianca individua in quei mercati contraddistinti da una migliore crescita e già ricettivi nei confronti della sua offerta.
“In primis gli Stati Uniti – prosegue Aldo -, dove abbiamo dunque creato una società dedicata (Pianca USA) per facilitare e sostenere al meglio un programma di quick ship e stock nel continente, e un magazzino con una selezione dedicata di prodotti, che ci permetterà di ridurre notevolmente i tempi di consegna in tutto il territorio del nord e centro America. Proprio a sostegno di questo progetto abbiamo deciso di partecipare alle edizioni per autunno 2012 e primavera 2013 di High Point Market, la più grande manifestazione fieristica degli Stati Uniti.
Il responso è stato tanto positivo da sembrare che il mercato ci stesse solo aspettando.”
Per quanto riguarda gli altri mercati importanti, l’azienda conta su punti fermi che individua nell’efficienza tramite l’informatizzazione e automatizzazione e in uno stabilimento tecnologicamente evoluto, “per una produzione just in time e quasi priva di magazzino.”
Altro fattore ormai imprescindibile è certo la sostenibilità ambientale dei processi produttivi, valore che sembra pesare sempre di più sulla scelta d’acquisto.

Made in Italy e design per competere
“Oltre a tutto ciò – prosegue con soddisfazione Aldo Pianca – possiamo fregiarci di una produzione Made in Italy autentica al 100%; costa alcuni sacrifici in termini economici immediati, ma è un blasone riconosciuto in tutto il mondo a cui difficilmente rinunceremo”.
Date queste importanti considerazioni sulla localizzazione della produzione, acquista rilevanza la presenza sul territorio del distretto produttivo: “Volumi e profitti a parte, poco é cambiato rispetto al passato. Stiamo parlando di un territorio con una lunga tradizione e un profondo radicamento della mentalità produttiva e manifatturiera. Difficile vedere sparire tutto questo dall’oggi al domani. Rilevo certamente un mutamento della tipologia e della qualità del prodotto che ha origine nel territorio: le aziende non sono più i classici mobilifici che conoscevamo, o meglio, lo sono ancora, ma non solo, sono ormai diventati fucine di idee, al cui interno non si produce soltanto l’arredo di una casa, ma anche valori…” Certo, la cultura del design svolge un ruolo importante, “è un concetto ormai universalmente adottato e sposato come antidoto alla crisi, un’arma da impugnare nella battaglia della competitività.”

Articoli correlati